Cardio Renale Metabolico “We can do it!” all’Ospedale Niguarda
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Course Code442712
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From date07/04/2025 - h 15:30
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To date07/04/2025 - h 20:15
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Duration4 hours
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Formative credits4
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Basic entry feeFree Enrollement
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Training typologyResidential trainingCME
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LocationMILANO MI ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda
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Educational contextClassic residential training (1-200 participants)
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Course categoryRESIDENZIALI
Course description
RELAZIONALE SCIENTIFICO
Entro il 2045 si stima che il numero delle persone affette da diabete mellito tipo 2 (DM2) a livello globale arrivi a 700 milioni. La malattia renale cronica (MRC) rappresenta parimenti una problematica epidemiologica significativa, colpendo circa il 10% della popolazione mondiale. Il DM2 è peraltro una delle principali cause di MRC, con una prevalenza di nefropatia diabetica nel 30-40% dei pazienti con DM2. Infine, la prevalenza dello scompenso cardiaco è in costante aumento in pazienti con e senza DM2, con il suo fenotipo a frazione di eiezione preservata (HFpEF) stimato ormai costituire circa la metà dei casi totali di scompenso. La relazione epidemiologica fra scompenso cardiaco e DM2 (nota fin dal Framingham Hearth Study), come pure fra scompenso cardiaco e MRC (CRIC Study), riconosce una interconnessione fisiopatologica complessa fra queste patologie, con l’evidenza di alterazioni dei meccanismi neuro-ormonali ed emodinamici (cosiddetta “sindrome cardio-renale”). La natura eziopatogenica di questa sindrome, non solo nel suo fenotipo clinicamente manifesto ma anche nelle condizioni che sottendono la lunga fase preclinica (HFpEF, iperfiltrazione glomerulare…), sottolinea la necessità di un approccio clinico innovativo, trattando non solo le singole patologie ma intervenendo sui meccanismi di feedback negativo fra metabolismo, cuore e rene.
Gli inibitori del cotrasportatore del sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i) hanno dimostrato di abbattere il rischio cardiovascolare, migliorando drammaticamente gli esiti renali, in pazienti con e senza DM2. Le evidenze derivanti da RCT e studi di RWE suggeriscono ormai un concetto di utilizzo “olistico” di questi farmaci, dalla prevenzione cardiovascolare primaria a quella terziaria.
Il finerenone è il primo MRA selettivo non steroideo per il trattamento del paziente con CKD (con albuminuria) associata a T2D. Attraverso i dati dello studio FIDELIO-DKD, finerenone ha infatti dimostrato un significativo effetto sul rallentamento della progressione della malattia renale cronica e sulla protezione CV, nonché un marcato e persistente effetto antialbuminurico.
L’iperpotassiemia è spesso condizionata dallo scompenso cardiaco associato da altre comorbidità come la malattia renale cronica e il diabete. Queste condizioni condividono diversi aspetti, sia per le caratteristiche del paziente spesso fragile, sia per l’uso che nel loro trattamento viene fatto con farmaci inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAASi). L’iperkaliemia è sicuramente una condizione patologica di interesse che si associa a debolezza, paralisi, aritmie e aumento del rischio CV. Oggi la gestione del paziente con iperkaliemia è avvalorato dalle linee guida ESC 2021 e KDIGO 2024 che dichiarano di trattare la patologia con i nuovi binders del potassio piuttosto che agire sulla diminuzione della terapia RAASi salvavita.
L’iperpotassiemia è spesso condizionata dallo scompenso cardiaco associato da altre comorbidità come la malattia renale cronica e il diabete. Queste condizioni condividono diversi aspetti, sia per le caratteristiche del paziente spesso fragile, sia per l’uso che nel loro trattamento viene fatto con farmaci inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAASi). L’iperkaliemia è sicuramente una condizione patologica di interesse che si associa a debolezza, paralisi, aritmie e aumento del rischio CV. Oggi la gestione del paziente con iperkaliemia è avvalorato dalle linee guida ESC 2021 e KDIGO 2024 che dichiarano di trattare la patologia con i nuovi binders del potassio piuttosto che agire sulla diminuzione della terapia RAASi salvavita.
Il progetto formativo mira a promuovere la collaborazione interdisciplinare fra cardiologi, nefrologi, diabetologi e internisti, focalizzando l’importanza sia del trattamento precoce con SGLT2i nei pazienti ad elevato rischio CV, sia l’ottimizzazione con gli stessi farmaci dell’armamentario terapeutico dei pazienti con pregresso evento cardio-renale.
Attraverso sessioni di formazione interattiva, il convegno intende fornire ai Discenti gli strumenti per identificare precocemente i pazienti a rischio (iperteso, diabetico, nefropatico e scompensato) e discutere approcci terapeutici basati sull’evidenza scientifica oggi disponibile. Il focus principale è elevare la consapevolezza dei clinici sulla rilevanza della valutazione accurata del rischio CV e sottolineare l’importanza dell’approccio integrato, per ottimizzare la qualità della cura.